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I contadini urbani di Detroit

Il 18 luglio 2013 Detroit, città principale dello stato del Michigan, è fallita. Il governatore dello stato Rick Snyder ne ha dichiarato la bancarotta in un video nel quale ha detto chiaro e tondo che non c’erano più soldi per ripagare i 18 miliardi di dollari che la città deve ai suoi debitori.
Già da prima la città stava attraversando un bruttissimo periodo, con molte delle icone che dal centro urbano si sono spostate in altre zone degli Stati Uniti, lasciando praticamente vuote case ed edifici, diventati subito il simbolo della decadenza della città con i loro aspetti fatiscenti.

Di queste case, molte rimaste sfitte e calate di prezzo nel mercato immobiliare fino a essere acquistate a pressi irrisori nell’ordine delle singole decine di migliaia di dollari, negli ultimi tempi alcune sono state riconvertite da nuovi abitanti che di necessità hanno fatto virtù. Così hanno approfittato di case in vendita a 15mila dollari e si sono trasferiti dalle loro città d’origine per ricominciare una nuova attività e reinvestire sul proprio futuro.

CityLab, il magazine di Atlantic che si occupa dei paesaggi urbani e di come si evolvono, ha seguito la storia di Alyssa Trimmer e del suo compagno, che da Pittsburgh (Pennsylvania) si sono trasferiti in Michigan e con poco meno di 12mila euro (secondo il cambio dell’agosto del 2012) hanno acquistato una casa alla quale hanno poi potuto accorparne una che sorgeva adiacente.
La Trimmer era un’archeologa, mentre il compagno si è sempre arrangiato riparando quello che gli capitava sotto mano. Ma i propri guadagni in Pennsylvania non bastavano e hanno deciso di venire a Detroit, dove sono entrati a far parte di una comunità di 1400 contadini urbani, in grado di produrre quasi 180 tonnellate di ortaggi freschi provenienti dall’area metropolitana in un anno.
Grazie a quest’attività, la Trimmer ha potuto metter su un bed and breakfast nel primo piano della sua nuova casa di Detroit, soddisfacendo i visitatori con quello che lei produce nel proprio orto cittadino.

Questa è la storia di tanti altri nuovi abitanti di Detroit, che hanno trovato nell’agricoltura la chiave di volta per rinascere e far rinascere la città.
Grazie a loro, Detroit ha dunque assunto una nuova conformazione urbana, che vede alcune zone della città riconvertite zone “rurali”. La riconversione ha però messo a nudo alcune vicissitudini nella quale sono incappati i nuovi contadini.
L’assegnazione dei lotti è uno di questi. I lotti da assegnare sono gestiti dalla Detroit Bank Land, mentre l’assegnazione vera e propria ce l’ha il Detroit Food Policy Council. Secondo CityLab, a rallentare il processo di gestione delle terre è la poca trasparenza alimentata da una fitta burocrazia, che praticamente blocca l’assegnazione delle terre o vede queste essere acquisite da società esterne a Detroit, con il risultato di andare ad alimentare i profitti di soggetti che poco hanno a che fare con il progetto di “riconversione delle proprietà abbandonate a un uso produttivo”, come recita la Detroit Bank Land.
Una situazione agricola ante litteram, che però prende corpo in quella che è stata la 18ª città produttiva degli USA.

La nuova situazione che si è venuta a creare ha fatto nascere inoltre molte associazioni di categoria, che si occupano di far dialogare i contadini con le istituzioni al fine di avere in città molti degli approviggionamenti che in campagna sono dovuti e in città poco immaginabili: uno di questi è la fornitura idrica, fornita finora dalla rete idrica che alimenta le emergenze dei pompieri, e che a Detroit sta diventando la fonte principale d’acqua per le colture cittadine.

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