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“Dieta informativa”, tempi preziosi e meno Facebook a colazione

Ho levato Facebook dal cellulare e dall’iPad.
Sul cellulare l’avevo installato dopo essere partito con chsantini.it. Credevo di essere più presente on line, e che qualsiasi cosa legata alla mia attività extralavorativa dovesse essere socializzata nell’immediato. Ma non è stato così: non ho la tendenza a scrivere tanto sul cellulare e con il telefono non mi vengono dei post belli per come li intendo io.
Quindi, alla fine, su Facebook ci andavo con il cellulare, sì, ma per fare tutt’altro (fra un po’ ci arriviamo).
Lo stesso discorso è applicabile all’iPad. Ho la versione 2 del ‘Mini’. L’ho comprato il primo luglio del 2014 a Cambridge, sobborgo di Boston, ed ero nel vortice delle spese del viaggio di nozze. Facebook fu una delle prime app che installai e fu allora che decisi per la prima volta di non installarla sul cellulare. Non volevo avere doppioni. Quindi: Facebook sul tablet, per consultare le notizie dalle pagine che mi piacciono (per la maggior parte giornali americani, due o tre testate italiane); niente Facebook sul cellulare, installato in un primo momento, ma disinstallato successivamente.

Anche perché mi sono accorto che avendo Facebook sullo smartphone passavo i tempi morti a consultarlo, con il risultato di impiegare quei tempi alla ricerca di non so nemmeno io cosa. Sì, venivano fuori sempre le solite pagine del tablet e del pc, poi ho cominciato a postare meno sul mio profilo e un po’ di più sulla pagina relativa alla mia attività extralavorativa, ma in sostanza stavo sul cellulare praticamente a cazzeggiare con FB. Levato.
L’ho reinstallato, come detto, di recente per vedere di ripostare e comunque appuntarmi pagine e link che mi potrebbero servire, ma il tempo impiegato a vedere cazzate anziché a riscrivere cose interessanti era diventato di più. E quindi adesso l’ho nuovamente disinstallato. Ho seguito inoltre anche il consiglio di Luca Conti, che su Piano P ha tirato fuori un podcast, “Equilibrio digitale”, nel quale praticamente dice di non portare il cellulare in camera da letto. Ormai è da due settimane che lo lascio accanto al pc, di là in salotto, e il risultato è l’aumento di pagine lette sui libri di carta (vero piacere, maggiore di quello legato alla lettura su schermo).

Poi l’iPad. Facebook ce l’avevo. Primariamente l’ho consultato durante la colazione e sporadicamente durante la giornata, ma sempre sul divano e comunque in un momento di relativo comfort (tenete conto che non porto mai l’iPad fuori casa). Il tutto levando tempo ad altre cose informative e culturali, come la lettura delle newsletter o la visone di alcuni documentari che ultimamente la Rai sta mettendo on line tramite la piattaforma Raiplay.
Ma la scintilla che mi ha fatto scoppiare la rabbia per il tempo perso è arrivata una mattina, quando per fare colazione ci ho messo la bellezza di quasi un’ora, scorrendo compulsivamente la timeline, guardando video per me interessanti, ma pur sempre inutili ai fini di un mio appagamento personale. Quindi, via Facebook anche dal tablet, a pieno vantaggio di Inoreader, che mi serve a leggere notizie, leggere le newsletter alle quali mi sono iscritto e a perdere molto meno tempo all’ora di colazione.

1 reply on ““Dieta informativa”, tempi preziosi e meno Facebook a colazione”

“…passavo i tempi morti a consultarlo, con il risultato di impiegare quei tempi alla ricerca di non so nemmeno io cosa…”
E’ così. Condivido.
Mi specchio nell’immagine mia attonita allo schermo del cellulare o “scrollare” notizie.
Ma poi, cosa ci raccontano davvero ‘ste notizie?!

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