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Fregati

Hai voglia a chiedere cooperazione all’Europa, aiuti umanitari e collaborazione per l’emergenza immigrazione che dalla Tunisia sta venendo su come un tornado. E non puoi nemmeno appellarti all’Accordo di Schengen. Il punto è che B. (forse dopo averlo letto) ha veduto bene di proporre a Sarkò di rivedere il trattato e modificarlo, poiché la circolazione all’interno dell’Europa è solo ed esclusivamente “per i cittadini degli Stati membri delle Comunità europee”. Ciò significa che o hai un passaporto di uno Stato dell’Unione, o sei cittadino di questo Stato, o torni a casa così come sei arrivato (magari rimpatriato con mezzi di trasporto più consoni di una nave stipata di disperati all’inverosimile). Ciò significa che non basta emettere un permesso di soggiorno temporaneo o la semplice dichiarazione di asilo politico del rifugiato, ma che l’immigrato clandestino, seppur giunto da noi in un’occasione eccezionale di emergenza umanitaria, rimane clandestino e come tale ogni Stato confinante con noi si riserva il diritto di chiudere la frontiera e aumentare i controlli.
Solo che l’unica colpa della Francia, almeno a mio modo di vedere, è quella di aver fatto di testa propria non guardando nemmeno l’Articolo 28 del Trattato, dove si menziona una “previa consultazione fra le Parti” qualora si volesse concludere (o sospendere) l’accordo.
Ebbene, da questo punto di vista – ed essendo nostri cuginastri e dunque parenti di sangue – i Francesi sono stati molto più furbi di noi: si sono attenuti alle direttive di Schengen, né più, né meno. Hanno semplicemente chiuso le frontiere e intensificato i controlli nei confronti di persone non in possesso di passaporto o cittadinanza di Stati membri dell’Unione. E noi qui a guardare.
Dall’altra parte, come dice anche l’Economist, i libici e le forze ribelli, ci stanno facendo ripagare l’accoglienza in pompa magna che B. ha riservato al loro aguzzino.

Morale della favola: totale fallimento su tre fronti: la politica estera e la conseguente mancanza di una forza diplomatica per il rispetto bilaterale degli accordi comunitari; la mancanza di polso nella gestione interna di emergenze sociali; l’ennesimo scotto gratuito pagato da una Nazione nelle mani di una guida scellerata.

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