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::Gli integralisti del pensiero

Sempre dalla parte del giusto, il loro giusto, autorizzati al giudizio in base al loro mondo, fatto di infinite sicurezze, inconsapevoli sicurezze, come loro stessi inconsapevoli che fuori dal loro esistono infiniti mondi, uno per ogni persona che proprio loro sono da sempre stati abituati a schifare, dall’alto del loro proprio piedistallo.
Di solito sono quelli che guardano in tralice chi non è come loro, chi sta sotto di loro (secondo i loro canoni), chi non ha fatto lo stesso loro percorso, costellato di successi, di tappe bruciate; mai una delusione, mai una buca. O almeno è questo quello che trapela da vite giovani perfette e condotte senza sbavature. Di solito sono quelli che intervengono – direttamente o indirettamente – sulla tua vita, piazzando opinioni insindacabili, costruite e insormontabili, basate su un paio di esempi che, secondo loro, racchiudono in sé tutta la categoria. E non li smonti, perché sono sicuri di ciò che hanno e sono perché attorno vi hanno costruito un’impalcatura fatta di compartimenti stagni, dove nessun locale è in collegamento con un altro, dove le serrature del pensiero sono sbarrate e niente e nessuno potrà mai guardare dal buco della serratura, giacché quello che c’è di qua è impossibile che ci sia anche di là, non sia mai che la curiosità di quello che c’è al di là possa scalfire la sicurezza di chi sta guardando dal buco della chiave.
Così aborriscono il dubbio, forti delle loro posizioni e ignari del perché le occupino, anzi no, stracerti che il loro posto gli appartenga come che questo non sia minimamente scalfibile da alcuno. E scrivono articoli su cose che non sanno, paragoni su elementi che non conoscono, generalizzano su categorie di cui conoscono un paio di esponenti, sconoscendone il pensiero completo.
Ti ammazzano il dubbio, dacché questo è impossibile da trovare nelle loro condotte, foriero di vergogna e di ansia, perché è impossibile averne uno: segno di debolezza, perdita di tempo, inettitudine, mollezza. Parlano del diverso come se tutto fosse diverso, riuscendo a nascondere tutte le assonanze con se stessi, come a mettere una cortina fra loro e quello che potrebbe causargli infinito disagio.
Sono estremamente sicuri di sé, fino all’arroganza, alla cecità intellettuale, alla sordità di chi non vuole sentire ragioni diverse dalle proprie: sono addirittura pronti a metterti in difficoltà con le loro teorie, fatte di teoria, appunto, ma mai di pratica sul campo, di conoscenza non dogmatica né accademica.
Sono quelli che ti mettono nel calderone anche se non ti conoscono, perché è difficile, diciamocelo, prendere in considerazione ogni singola storia, col pericolo di venire meno al proprio credo.

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