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::Il problema della televisione…

… in Italia sta veramente diventando fastidioso. L’ormai famigerato programma di Fazio e Saviano sta facendo parlare di sé così tanto che non si parla solo di queste due ore e mezza di trasmissione su Rai3, ma anche di come la questione è stata trattata dai quadri dirigenziali della TV di Stato. Per intendersi, il Direttore Generale Masi non voleva la messa in onda del programma, adducendo scuse di tipo economico, di fronte alla presenza di personalità comiche che da sempre danno fastidio al Grande Capo. Ebbene, il grande successo della trasmissione (due lunedì su due con il primato di share (30%) e 3 milioni di spettatori strappati al GF) ha completamente sconfessato colui che proprio quel programma voleva fosse cancellato, o comunque colui che aveva messo in dubbio un prodotto valido. Ecco: a parte il fatto che già per questo – l’aver dubitato con pregiudizi fermi di una cosa rivelatasi poi un enorme successo – ci si dovrebbe chiedere in che mani siamo messi, sarebbe il caso che alcune classi dirigenziali fossero un po’ più oneste nel riconoscere i fallimenti e fare ammenda, ammettendo, levandosi praticamente di torno e facendo spazio, semmai se ne trovasse traccia, a persone che mandino avanti un’azienda per il bene dell’azienda stessa e non per le direttive che vengono dall’alto.
Ma di questo passo sarebbe un continuo chiedere le dimissioni di dirigenti, viste le continue inettitudini che si verificano negli ambienti che ci governano.

Il programma in sé l’avrei preferito più pesante. Nostalgico de ‘L’ottavo Nano’ come sono, mi sarebbe piaciuta di più una sferzante sfacciata alla Guzzanti, piuttosto che la solita garbata misuratezza di Fabio Fazio, tant’è che la seconda puntata è iniziata per me quando Antonio Albanese ha comiziato con il suo pseudo-accento calabrese di Cetto La Qualunque, iniziando a sparare bellezze ineguagliabili come solo lui sa fare, chiudendo in bellezza con questa: “… e ricordate che io sono la realtà, voi siete la fiction.”
Verità, sarcasticamente spiattellata a quanti ancora non l’avessero capito.

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