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Il problema grossissimo…

… in questo Paese è che siamo troppo attaccati alle tradizioni, alle consuetudini. Siamo poco possibilisti sul fatto che ci possa accadere qualcosa di nuovo, di inaspettato; siamo il Paese con il maggior numero di trentenni che vivono in casa con i genitori, vuoi perché è diventato un’impresa trovare lavoro e casa – e dunque una stabilità sociale degna di tal nome – vuoi perché siamo così attaccati alle comodità acquisite durante gli anni che ci viene difficile staccarci per andare a provare cose nuove, avventure che potrebbero cambiarci la vita.
L’ennesima dimostrazione di come la politica italiana sia la proiezione della gente che rappresenta, è decretata dalle frasi dell’On. Bocchino alla luce dell’incontenibile battuta – incontenibile perché ultima di una serie che ha riempito ogni contenitore di pazienza e buon senso – di quello che il 37% degli aventi il diritto di voto in Italia hanno scelto come guida del Governo (non lo chiamo nemmeno Presidente del Consiglio. Credo che una dicitura del genere spetti a qualche personalità di maggior caratura politica e ancor prima umana). La battutina che sdogana una volta per tutte quello che è l’italiano medio, quella che “è meglio guardare le belle donne che essere gay”, dimostra intanto quello che egli è: una persona al di fuori di ogni autocontrollo, mera espressione del peggior stereotipo italiota, di aspirazioni dongiovannistiche, sempre pronto a fregare il prossimo, a farsi bello in presenza dell’altro sesso, a piazzare freddure volgari sui nemici, deridendoli, annientandoli, a regalare “perle” su omosessuali, ebrei, persone di colore (o preferireste froci, giudei e negri?), a vantarsi di come lui e solo lui sia riuscito a fare ciò che ha fatto e per questo arrogarsi il diritto di fare ciò che fa, solo per meriti acquisiti.
Ecco, alla luce di tutto questo quadretto per niente rassicurante (almeno per chi, come il sottoscritto, si tira fuori da quel 37% né si assimila a quelli che vi si immedesimano), se l’On. Bocchino e con lui tutta la Fondazione di FareFuturo si ostinano a staccarsi dai pensieri del Capo, allora sarebbe bene che la corrente finiana si rendesse conto di quanto importante diverrebbe una forte presa di posizione e una grande presa di coscienza contro quello che non rispecchia assolutamente il pensiero della nuova corrente politica. Intendiamoci: vogliono i finiani astenersi da questa pagliacciata mediatica, fatta di continui attacchi a chi non è come loro (bello, intraprendente, maschio e audace)? O sarebbe il caso che quelli che dicono che la loro destra non è come “la sua” destra si alzino, se ne vadano sbattendo la porta e diano un forte segnale che così non si può più andare avanti? Lo facciano almeno loro, visto che da questa parte non riesce nessuno; invece di stare lì e dare un colpo al cerchio e uno alla botte, si facciano coraggio e smuovano questa struttura fatta di continue scempiaggini e inutilità. Ci provino almeno loro, visto che parlano di legalità, visto che vengono da una storia politica vera, visto che sono amanti della genuinità politica, ci provino loro a prendersi la responsabilità di fare lo sgambetto a quello che è il maggior motivo (fra le miriadi) di vergogna per l’Italia. Ci provino loro, da sempre amanti e promulgatori del Tricolore, della Patria, del Senso Civico a silurare colui che proprio di queste tre cose si sta sonoramente prendendo gioco, spruzzandoci

sopra tanta di quella merda che ormai dei tre colori della bandiera non è rimasto più nulla.

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