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L’aeroporto più pericoloso del mondo

Se il vostro sogno di alpinisti è quello di scalare l’Everest, dovete prima fare i conti con il pericolo. Cosa sono infatti alture di migliaia di metri in confronto a quello che History Channel ha classificato al primo posto tra gli aereoporti più pericolosi del mondo?

Basta guardare come fanno gli aerei ad atterrare e rendersi conto che in effetti il Tenzing-Hillary di Lukla, est Nepal, non brilla per misure di sicurezza.

Posto a 2800 metri, l’unico accesso all’Everest da Katmandu (mezz’ora di volo dalla capitale contro dieci ore di bus e giorni di camminata da qualsiasi altro punto della nazione) ha una pista lunga 450 metri, alla fine della quale, dopo uno strapiombo, c’è un incrocio nel quale entrano gli aeromobili in arrivo ed escono quelli in partenza. Se va bene, scorre tutto alla perfezione, in un incastro di ali e motori da far invidia al miglior parcheggiatore, oppure si può ahinoi parlare di tragedia: 33 morti negli ultimi cinque anni per problemi causati da atterraggi azzardati.

La posizione dell’aereoporto è tale che fra i picchi delle montagne circostanti i venti e le nebbie che si formano e si diradano velocemente influenzano il traffico aereo: se il tempo lo permette, sono accettati atterraggi e decolli; se la visibilità è impedita, i voli sono cancellati o ritardati. Il problema è appunto che lassù il tempo è altamente variabile, così se un aereo decolla con buona visibilità, è molto probabile che un banco di nebbia si formi all’improvviso e crei seri problemi al pilota, partito pochi minuti prima.

Certo, qui non atterrano Boeing o Airbus, ma piccoli bimotore di 15/20 passeggeri di 5 tonnellate e mezzo di carico massimo e capienza di 1400 litri di carburante. Tuttavia Sir E. Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay, i primi a scalare l’Everest nel ’53, credevano di fare cosa gradita ai loro colleghi scalatori fornendoli di un punto d’arrivo “accessibile” per approdare ai rifugi e cominciare la scalata al ‘Tetto del Mondo’. Nemmeno il verde e le case circostanti allietano l’atterraggio, visto che proprio la loro posizione immediatamente ai lati della pista costituisce un altro elemento di disturbo ai fini della sicurezza.

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