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Lo strano caso di Thamsaqa Jantjie

Thamsaqa JantjieIl 10 dicembre scorso, alla commemorazione di Nelson Mandela, Thamsanqa Jantjie ha gesticolato a caso i discorsi dei leader mondiali, non fornendo il servizio per il quale era stato pagato (77 dollari il compenso): tradurre nella lingua dei segni ciò che Obama e gli altri dicevano in onore di Madiba. Sono venuti fuori alcuni dettagli sul conto di Jantjie, ma rimangono ancora alcune problematiche relative al come sia arrivato lì uno con precedenti penali, relativi peraltro alla sua nota schizofrenia.

Intanto di Jantjie si sa che durante il discorso di Obama – come lui stesso ha ammesso all’Associated Press – ha cominciato ad avere allucinazioni, a vedere gli angeli, a perdere la concentrazione. Così ha cominciato a gesticolare a caso, per non destare alcun sospetto nel servizio d’ordine e far scorrere l’evento in maniera normale. Il finto interprete ha candidamente ammesso che tutt’ora sta seguendo una terapia per contrastare la propria schizofrenia e ha chiesto di essere perdonato per il misfatto.

Tuttavia alcuni suoi amici e parenti, hanno anche raccontato un episodio in cui Jantjie è stato coinvolto nel 2003, ovvero l’uccisione di due persone tramite necklacing: pare che nove anni fa due uomini di colore siano stati sorpresi a rubare un televisore, siano stati percossi e siano stati bruciati vivi con due pneumatici posti sul collo ai quali il gruppo di cui Jantjie faceva parte ha appiccato il fuoco. La pratica pare sia stata molto frequente da quando l’apartheid ha cominciato a diventare illegale e messa in atto soprattutto dai neri nei confronti di altri neri per scoraggiare atti di vandalismo nel nuovo corso della nazione sudafricana. Jantjie, sentito dal South Africa Sunday Times in merito al caso, si è espresso minimizzando la cosa e relegandola a mob justice, giustizia sommaria di gruppo.

Da questo episodio comincia la “storia professionale” di Thami come interprete. O presunto tale. Anziché essere portato in tribunale, nel 2006 fu ricoverato in un istituto di cura mentale, nel quale è rimasto per più di un anno; dopo questi mesi, Jantjie cominciò a lavorare come interprete per il Congresso Nazionale Africano e a frequentare alcune scuole di lingua dei segni, nonché una fantomatica Università di Tecturers. Fantomatica poiché l’AP riporta di non aver trovato nessun riscontro fra ciò che Jantjie afferma nella sua intervista, né sulla università britannica, né tanto meno sulle scuole sudafricane frequentate dal falso, a questo punto, interprete.

Il CNA, dal canto suo, prende le distanze da quanto riporta il South Africa Sunday Times, il quale afferma che Jantjie sia stato assunto dalla South Africa Interpreter, società presieduta da Xozwa, capo del dipartimento di affari religiosi e di tradizione del CNA. Ma Xozwa sostiene che Jantjie è stato assunto come amministratore e coordinatore e non come interprete.

Una storia paradossale, che il governo sudafricano sta cercando di risolvere, a partire da come è potuto accadere che a una persona tanto inadeguata sia stato permesso di essere in quel posto, la settimana scorsa.

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