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Newsletter (di giornalismo) che mi arrivano

Prima di scrivere questo post ho messo insieme dodici newsletter a cui sono iscritto, giusto per ricordarmele tutte per poi spiegarle qui.
12. Un po’ troppe? Non lo so, ma da quando le ho scoperte praticamente sono informato su tante cose che realmente mi interessano, come è in effetti lo scopo della newsletter: fidelizzare il lettore con i contenuti che vuole lui, scelti da chi edita la newsletter. Newsletter che a sua volta è scelta dal lettore: se voglio una nl che mi parli di autotrasporto, ci sarà qualche sito autorevole che parla di tir che si è organizzato per comunicare con i propri lettori affezionati.

A me piace il giornalismo da un po’ di tempo. E siccome ultimamente sto facendo pratica per costruirne anche di efficienti, newsletter, allora mi sono iscritto a diverse e così, oltre a essere informato, prendo spunto per vedere come sono fatte. Ma questo è un altro discorso.

Dicevo: dodici newsletter.
Quelle che più mi soddisfano sono quella di Francesco Costa, vicedirettore de Il Post, e quella di Luca Conti, di cui ho già parlato recentemente.
Entrambi fanno parte del progetto di Piano P, una piattaforma di podcast giornalistici inediti: Costa, con “Da costa a costa” sta facendo un gran lavoro sulla politica americana, alternando un sabato una mail testuale e un sabato un file audio; Luca Conti pubblica invece “Equilibrio digitale”, che per certi versi è illuminante, per come tratta il tema della dipendenza dalla tecnologia e come migliorare il proprio rapporto con social, computer, smartphone e compagnia bella.

Giornalismo, dicevo. C’è una newsletter di The Atlantic che si chiama City Lab. Parla di come si evolvono le realtà urbane, ed è interessante perché molte volte dà altrettanti spunti sulla cultura delle città, sul modo di vivere di alcune realtà lontane da noi e su quali soluzioni possono essere adottate a seconda delle legislazioni in vigore in quei paesi. L’ho scoperta perché per far funzionare TalkAcross ci trovo diverse ispirazioni per scrivere ogni tanto un post che ne rispetti il tema.
Anche il Guardian ha una sezione dedicata a questo genere di cose, ma non credo che abbia la rispettiva nl.

Sei sono le newsletter che mi arrivano da siti di informazione. Quella de Il Post è semplicemente doverosa, nel senso che è inevitabile averla.
Poi c’è quella di Strade On Line, Valigia Blu, IL Magazine, StudioUltimo Uomo: le prime due sono di siti di informazione on line di approfondimento; IL e Studio sono riviste cartacee in origine. A Studio ero abbonato, ma al netto di un ottimo giornalismo da cui prendere sana ispirazione, quasi metà della rivista in edicola è rinfarcita da pubblicità e anche alquanto Milano-centrica con tendenza al radicalismo chic. Ciò non toglie la valenza di molti dei pezzi che ci si trovano dentro.
Infine c’è la nl di Ultimo Uomo, pulita e ironica.

Di Delayed Gratification ho già parlato (questa è la nl, comunque), mentre ultimamente ho scoperto anche la nl dell’Osservatorio Europeo di Giornalismo, che offre una summa di cinque articoli sullo stato del giornalismo europeo. Godibilissima.

Infine c’è quella di Girosognando, che cito giusto perché la gestisce il mio ex direttore, che si è messo in testa di voler fare concorrenza alla Lonely Planet, e così ha tirato su un sito ordinato ed essenziale e ci ha corredato anche una newsletter.

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