… da almeno quattro mesi, qualche sporadica pigiata di tasti giusto per la terza giornata di Champion’s contro il Tottenham e per sapere che la nona stagione di Scrubs è già in onda su MTV. Ma più di questo, nulla.
Ieri sera ero anche partito baldanzoso nel sapere che sul Terzo ci fosse stato Fazio in compagnia di Saviano, che avessero detto qualcosa di più di quello che sappiamo. Sì, in effetti hanno parlato, hanno messo in scena un po’ di sani stereotipi e li hanno giustamente condannati, ironicamente, elencando, per esempio i vari termini di uso (ahimé) comune per indicare l’omosessuale. Tutto molto ironico, sfiorante lo chic, cosa che dall’altra parte non farebbero semplicemente perché non abituati a fare satira, da sempre.
Ma la satira di ieri sera non l’ho vista pungente. Mancano le satire come quella che facevano una decina d’anni fa a L’ottavo nano, battute pungenti, che andavano al cuore del problema. Ma Fazio & Co., si sa, sono politically correct, e l’idea di essere sempre garbatamente dissenziente è stata sempre il marchio di fabbrica di ‘fazziofabbio’. A fare casino ci hanno pensato gli altri, Albanese su tutti e il suo Cetto Laqualunque. Ma ieri sera la matita era un po’ spuntata, anche quella di Benigni, che alla fine a rifatto la sua canzoncina rimata su Ruby e tutta la compagnia, adducendo l’unica battuta degna della serata, quella su B. che accusa la mafia come principio di tutti i suoi mali, e allora anche Benigni vuole essere “minacciato” dalla mafia, speranzoso di trovare due “minacce” brasiliane sotto le lenzuola della sua camera d’albergo.
È satira, per carità, ma fatta in punta di piedi. Non è che la voglia urlata, per carità, ma preferivo di gran lunga la Cortellesi che imitava la Santanché a mo’ di Frankenstein: con dei significati altri, che li devi conoscere sennò non capisci. Ieri sera, come tutte le sere, non c’era dietro niente. Ora ho capito perché non fanno più tv col catodico.
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