C’è una cosa sui funerali dell’ex SS che mi salta subito all’occhio: la pochezza italiana e la strafottenza tedesca mista a furbizia.
Lo si vede quando c’è da trattare temi delicati come questo, quando da una parte, chi dovrebbe gestire legalmente e istituzionalmente la cosa non sa dove mettere le mani, bloccato e legato da cavilli burocratici e diplomatici che impediscono ogni tipo di azione; dall’altra parte arriva il popolo, la massa, quelli vanno a prendere le manganellate perché sputano e prendono a calci il carro funebre, o quelli che tendono il braccio destro. Gente – tutta – che in un senso o nell’atro esprime un senso di frustrazione, i primi dato dall’inadeguatezza delle istituzioni, gli altri perché effettivamente non vedono l’ora che qualche fiammella nazi rinvenga per andare a mostrare la loro presunta forza ideologica orgogliosa di essere inutilmente contro.
Poi ci sono loro, i tedeschi, ligi a convenienza, a seconda che la cosa possa interessare o meno. Recintati dentro le competenze, si nascondono dietro la questione che da loro il nazionalsocialismop non è più un tabù, che se ne parla nelle scuole. Che la Germania ha elaborato il Problema e adesso è finalmente pronta a voltare pagina, un’altra (dopo il Muro, ça va sans dire). Però si rifiutano di riprendere un loro figlio, perché “la cura della salma è competenza dello Stato in cui la persona muore”. È un po’ poco per disfarsi della cosa, direi agli esponenti del Ministero degli Esteri tedeschi, dichiararsi fuori questione mentre un tuo cittadino – e che cittadino! – viene sballottato da morto e preso a sputi perché in vita ha fatto quello che ha fatto. In fondo anche loro si sono dimostrati esser poco, in questa faccenda. Qualcuno avrebbe potuto sollecitarli meglio riguardo a un rifiuto palese di curarne le esequie, qualcuno da noi avrebbe potuto richiamare alla collaborazione dicendo ‘ehi, qui abbiamo un vostro cittadino che da noi ha fatto un gran casino in passato. Vogliamo lavorare insieme e uscirne elegamentemente?’. Furbi loro, che giustamente non seppelliscono gerarchi nazisti perché sennò i neonazi fanno i pellegrinaggi alle tombe. In Italia abbiamo Predappio, e un po’ ce lo meritiamo. Ci meritiamo di subire la scaltrezza vera di chi si rifiuta di prendere in patria i propri scarti, e ci meritiamo ancora una volta quella triste e meschina etichetta che sta nella finta furbizia tutta italiana, nella convinzione di essere migliori degli altri citando Michelangelo e Leonardo, ma realmente sottomessi quando si tratta di far valere un po’ più di diritti, che non siano quelli di un biglietto di un museo frequentato da turisti tedeschi.
Invece abbiamo ancora una volta permesso di farci prendere in giro: avranno superato il tabù nazista, ma di certo si sono defilati fischiettando lasciando a noi eternamente stolti la guida della cosa.