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::Svegliarsi, ma per davvero

 

Ammettiamo per un istante che la manifestazione abbia ragione di esistere, anzi, visto che è in atto, ammettiamolo anche per l’intero periodo nel quale la stessa manifestazione si svolge. Ammettiamo che le ragioni che stanno alla base della manifestazione siano plausibilmente la punta di un iceberg che vaga nel Mediterraneo praticamente da sempre. Ammettiamo poi che l’inerzia di tutto l’apparato organizzativo della manifestazione porti a qualcosa di buono (questo lo ammettiamo con riserva), frutto di compromessi, magari fra le parti amministranti e le parti amministrate – che comunque saranno prese con le molle e si troveranno sempre a gestire il contentino datogli da chi amministra. Bene, ammettiamo tutto questo. Ammettiamo pure che sembra di stare assistendo a una guerra fra poveri, nella quale i poveri che vogliono reagire lo stanno facendo nei confronti delle persone sbagliate, e le persone sbagliate stanno avendo delle vessazioni da chi invece vi si dovrebbe coalizzare.
Ammettiamo tutto questo: ecco rappresentati i ‘Forconi’ siciliani, ultimo atto di una guerra inutile, o meglio ultima manifestazione di inutile forza nei confronti dei soliti ‘tiranni’ subita dai soliti poveri stronzi. E come ogni manifestazione che si rispetti in Italia, chi ha subito finora e fa la voce grossa, non riesce altrimenti che solo a urlare e cazzottare, senza capire che è inutile, o comunque errato il modo e il luogo d’azione. Molti non l’hanno ancora capito, ma il blocco dell’economia non serve a un posto che l’economia la vede ferma ormai da decenni, con tassi di disoccupazione altissimi, così come eccezionali sono i tassi di emigrazione. Non si blocca e terrorizza un’isola che ha bisogno di aria per ripartire; si blocca un palazzo (quello D’Orleans o Chigi) per far riprendere a ragionare quei signori che l’hanno abbandonata da decenni. Non si blocca il commercio interno di un’isola, che può vivere delle proprie risorse, basilari, ma pur sempre valide e durature (mi viene in mente la pesca, la pastorizia, l’agricoltura, tre campi nei quali in Sicilia l’esportazione potenziale è un buon viatico a un’eventuale scarsa importazione). Non si impedisce alla gente di lavorare, impedendo di conseguenza di bloccare un’economia che potrebbe girare tranquillamente in autonomia, visto il primato di popolazione che l’isola può vantare.

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