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The Citgo Sign

Boston è una meravigliosa città nel quale si concentra il minimo di storia americana che tutti più o meno conosciamo. Esplorandola ci si imbatte nei molteplici simboli che la caratterizzano, dai più storici a quelli puramente commerciali. Paul Revere, North End, Freedom Trail, Boston Common, State House ma anche il Charles River, Bunker Hill Monument sono  simboli ufficiali di questa città. Simboli per loro sono anche le  caratteristiche del perfetto bostonian. Sono estremamente orgogliosi della loro parlata e il classico accento, il tempo estremamente variabile di tutto il New England, l’amore folle per ogni squadra sportiva che rappresenta la città stessa, la maleducazione che tirano fuori nel traffico e la dolcezza e attenzione per le cause più disparate. Forse i più non sanno quanto i bostoniani siano attaccati anche ad altri simboli o landmarks che con la storia e la cultura, intese nel vero senso della parola, hanno poco a che fare.

Proprio nelle ultime settimane si è accesa una notevole polemica riguardo al futuro incerto di uno di questi simboli. Si tratta del Citgo Sign, una enorme insegna luminosa posta su un edificio di proprietà della Boston University situato in Kenmore Square. La BU ha deciso di mettere in vendita alcuni edifici in questo quartiere e tra questi anche quello sul quale la famosa insegna si trova. Quindi il nuovo acquirente sarà libero di decidere cosa fare delll’insegna.Questo perchè la Boston Landmarks Commission non ha mai definitivamente deciso se questa fosse o meno degna di essere dichiarata simbolo ufficiale della città e quindi  tutelata da certe leggi a sua protezione.

Nel 1940 tutto è iniziato con una mossa pubblicitaria dell’azienda petrolchimica Citgo.

Nel 1965 ha vissuto un primo rinnovo e negli anni ’70 ha rischiato di essere smontato e mandato in pensione minacciato  della crisi energetica. Per alcuni anni è stato acceso solo dalle 20 alle 24 di sera finché nel 1979 il Governo del Massachusetts emanò una legge che ordinava lo spegnimento di ogni tipo di insegna luminosa, decorazione, o cartello pubblicarlo alimentato elettricamente, dalle 19 alle 7 del mattino.

I bostoniani, che nel frattempo avevano iniziato ad amarlo e a riconoscerlo come simbolo della città, iniziano ad offendersi. Tutte queste decisioni sono viste come offese e attacchi al cuore.

Il culmine viene raggiunto nel 1982, cioè dopo 4 anni di spegnimento ufficiale, nel giorno in cui la società proprietaria ha una squadra pronta al suo  smantellamento e viene fermata all’ultimo minuto dalla Landmarks Commission che promette alla città e a i suoi cittadini di considerare l’idea di riconoscere ufficialmente l’insegna come un simbolo della Bean Town. Ma come dicevo questo passaggio non avverrà mai.

Inizia un periodo di manutenzione e rivalorizzazione costante del famoso cartello luminoso fino al nuovo millennio con due “lifting” nel 2004 e nel 2008 quando i vecchi neon vengono sostituiti dai più efficienti LED. E cosa fanno i Bostoniani? Si lamentano, ovvio. E perchè? Perché con l’uso di LED non sentono più il classico ronzio dei neon che teneva loro buona compagnia ogni volta che si trovavano a passare vicino all’edificio. Figuriamoci quale affronto rappresenta oggi la notizia che uno dei loro simboli ha davvero un futuro incerto.

Hanno paura che la città perda un pò della loro identità. Che ne sarà delle partite di baseball senza il Citgo Sign alle spalle del Green Monster? E di tutte quelle cartoline già stampate conta sua immagine?  E come si orienteranno gli studenti fuori sede quando dovranno rientrare a Kenmore Square,dopo una notte di divertimento, senza aver davanti gli occhi la scia luminosa del famoso cartello? E chi accoglierà, in modo così maestoso, i poveri corridori della maratona quando entreranno in città per il loro ultimo miglio prima di raggiungere il tanto agognato traguardo?

La notizia è rimbalzata ovunque e sui social molte sono le prese di posizione a favore della tutela del Citgo Sign.

Mi sono divertita a leggere i vari commenti su Facebook, suggerimenti al limite del fanatismo. Ma d’altronde questo sono gli americani, estremi, fanatici da sfiorare il ridicolo.

Ecco alcuni dei commenti e suggerimenti che seguono la notizia dalla pagina Facebook del Boston.com.

N.A. Scrive: “Questo è il nostro cartello stile Hollywood, un’ icona!”

J.S suggerisce: “Perché non iniziamo una petizione a favore della protezione dello status di simbolo storico?”. Impossibile my friend, perchè ufficialmente non lo è.

Un altro affezionato, evidentemente un po’ più adulto commenta: “ Ho 60 anni e quell’insegna era per me la mia bussola quando ero un teenager, se mi perdevo in città bastava cercarla con gli occhi e sapevo che ero salvo! Se venisse rimosso sarebbe un lutto per me”.

Qualcuno più giovane mosso da ricordi di famiglia scrive: “Non vendete quel palazzo e quell’insegna. Mio nonno lo ha montato e mi fa sempre pensare a lui”.

Insomma, sembreranno un pò eccessivi nel manifestare il loro attaccamento per un puro cartello pubblicitario ma almeno non rimangono zitti e immobili alle decisioni che vengono dall’alto quando si tratta di proteggere cosa li rappresenta. Questo mi piace di questo popolo, si fanno sentire, dicono la loro, si adoperano per ciò che più amano.

“London has the Big Ben, Paris has the Eiffel Tower. Boston has the Citgo Sign”.

Un vecchio detto bostoniano.

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