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Tutto il mondo è paese

Nel vero senso delle cinque parole che compongono il detto. Ci si potrebbe trovare in un locale di Bruxelles, come a Firenze o a Timisoara, quello che vedremo sarà sempre la stessa espressione di gente col capo chinato sullo smartphone impegnata a mandare messaggi nel bel mezzo di una sessione di musica techno pompata a migliaia di decibel in un locale sotterraneo, la quale musica, a sua volta è la stessa di qualsiasi altro locale di qualsiasi altro posto, almeno di questo tipo. L’omologazione della musica non è un problema tipico di questo tipo di musica: anche in un jazz club potrebbero suonare Davis a Lisbona come a Copenaghen.

Gli unici tratti distintivi rimangono quelli legati alla lingua. Senza scadere nella retorica di quello che rimane e sogna attaccato alla tradizione, l’unico tratto che ti fa dire di essere all’estero, certe volte, è la lingua, nelle sue forme orali e scritte. Nei cartelli, nelle targhe indicative delle vie, in metropolitana, nei cartelloni pubblicitari. à

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