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Un gesto semplice

La notizia delle dimissioni di un Papa non si può né snobbare, né declassare. Correggendo subito il termine in ‘rinunzia’, quindi non dimissioni, bensì una vera e propria rinuncia al proprio mandato di pontefice, qui si sta parlando di una cosa che va al di là di qualsiasi avversione comprensibile o meno che si possa nutrire nei confronti della Chiesa e del suo apparato e ambiente. Qui si sta parlando di un avvenimento storico il quale più prossimo precedente risale a secoli fa, cioè a un tempo in cui la totalità delle persone esistenti in questo momento non erano in vita. Dunque una cosa nuova per tutti, che tutti toccano con mano per la prima e molto probabilmente per l’unica volta. Se ce ne ricorderemo fra cinquanta o sessant’anni, non sarà così strano, proprio per la portata massima dell’accaduto.
Un altro aspetto della vicenda, credo sia da individuare nell’azione compiuta dall’uomo Ratzinger. Sforzandosi di immaginare le elucubrazioni mentali che o hanno portato a questa scelta, e non pretendendo di poter interpretare il suo pensiero con dietrologie tipiche di noi italiani, vaticanisti per l’occasione, mi immagino un anziano che si ferma a riflettere sul gesto che sta per compiere, supportato dal suo spirito e dalla sua filosofia, magari al risveglio ore prima dell’annuncio, con la consapevolezza di star facendo e dicendo delle cose storiche. Mi piace immaginare la grande dignità e il grande coraggio della persona che ha l’incarico di pontefice della Chiesa Romana, ripeto, al di là delle avversioni che molti di noi possono nutrire, una dignità e un coraggio nell’ammettere i propri limiti e svelare in tutta sincerità che no, non ce la fa più, non è in grado di portare avanti questo impegno e quindi grazie, scusate, si faccia avanti un altro che ne ha la voglia. Immaginatevi se la cosa accadesse in ambiti che ci sono più “familiari”. Immaginatevi se Berlusconi avesse, un bel giorno, deciso di mollare tutto, senza fandonie sul Paese che ne ha bisogno. Una mattina si alza, convoca una conferenza stampa e dice di non averne più forza e voglia, solo interesse e disposizione per dare quei quattro consigli giusti e carichi di esperienza. Per il resto stop, dedicarsi al Milan o a Mediaset.
Oppure tanti altri dalla parte di qua, che nonostante le batoste a un certo punto dicono basta. Mi basta. Venga chi ne ha voglia e competenza.
E poi la libertà. Il papa che si dimette, che dice di non avere la forza per fare il papa. Nell’era contemporanea non l’aveva fatto nessuno. Non so se per forma o immagine. Non ci sono dentro e non posso giudicare. Mi piace pensare però che la libertà di un uomo, seppur inviso, sia da prendere a esempio per tutte quelle azioni che si possono fare durante una vita sana fatta di sincerità. Io imparerei da questo gesto: non sono in grado di prendermi la responsabilità. Ci ho provato, ma non me la sento.

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