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Un po’ di cose sul Barcellona

1) Intanto Messi. 52 gol in 50 partite. Significa che è sicuro che in ogni partita segni. Se poi ne faccia 4 in 90 minuti e nessuno nelle successive tre partite, non conta. La magia della matematica ci porta a dire che un gol a partita lo fa. Tanto di cappello. Eccelso. Magnifico. Inarrivabile. Ma c’è un “ma”. C’è molto di effimero in questi numeri, in parte dei titoli vinti da Lionel e in quelli non vinti. È chiaro che il calcio è un gioco di squadra, ma prima del Mondiale in Sudafrica l’Argentina era tra le strafavorite ed è uscita malamente ai Quarti di Finale, con un Messi non in grande spolvero – come si dice – sebbene abbia tirato solo due volte nello specchio della porta durante la partita, e soprattutto incapace di marcare un solo gol in tutta la competizione, con l’unica attenuante di un’Argentina menomata dalle scelte discutibilissime di un non-allenatore quale Maradona.
L’altro elemento effimero dei rispettabilissimi punteggi di Messi sta nel valore di un campionato – la Liga spagnola – che non offre grandi rivalità alle due lassù in cima, e di conseguenza non pone determinati limiti a uno che “dà del tu al pallone”. Un po’ come i 1000 gol di Pelè: bisogna vedere contro chi li fai, altrimenti è troppo facile.
Per il resto, dopo gli accidenti che questo post si sta guadagnando per le critiche a Messi, è chiaro che uno così, in squadra non si rifiuta mai.

2)Il Barcellona. E Sergio Busquets. Evidentemente alla Cantera Azul-Grana ci dev’essere anche un laboratorio teatrale  o qualcosa del genere, per permettere al centrocampista ventitreenne di ripetere le stesse perfomances in semifinale. Stavolta si è fatto male al viso sbattendo col petto su un avversario, al ritorno della semifinale con l’Inter si fece male al viso dopo essere stato colpito al collo da Thiago Motta. Evidentemente le sue terminazioni nervose sono problematiche, visto che si tiene sempre la faccia quando riceve dei colpi su altre parti del corpo.
Per quanto riguarda l’intera squadra, io, povero giocatorino amatoriale e nemmeno bravo, mi chiedo ingenuamente come mai non si riesca a finire una partita in 11 uomini giocando in semifinale contro il Barça, dato che la rissa è sistematica e sistematicamente viene utilizzata per indebolire la nervatura dell’avversario. Siete forti. Non c’è dubbio. Che bisogno c’è di arrogarsi il diritto di farmi innervosire per farmi perdere la partita. Con uno in più, mi sembrano palesi le possibilità di andare a rete.

3)Il Barcellona in finale. Senza Ibrahimovic. Lo so: sono monotono, ma a questo punto, la sola ragione per sperare di vedere un antipaticissimo Barcellona vincere la Champions’ è la dedica che molti interisti hanno da fare a quello che arrivò a Milanello per vincere tutto.

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