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Un po’ tutti ultras

Gli ultras sono veramente parte integrante del calcio? È normale avere a che fare con individui che mischiano le proprie (violente) passioni politiche alla passione sportiva, al tifo per la propria squadra e che non vedono la differenza fra sbandierare una bandiera allo stadio e issarne una al fronte?

In Ucraina i tempi sono difficili. Strani meccanismi troppo alti e complessi per questo blog stanno causando dei problemi a chi ci vive, gli stessi problemi che dovrebbero essere mitigati andando a vedere una partita di calcio della propria nazionale. Invece, proprio una partita dell’Ucraina può essere l’occasione per i tifosi di fare e contribuire alla propaganda anti-russa.
Ci raccontano che all’Olimpico di Kiev, durante Ucraina-Slovacchia di lunedì scorso, come sempre, giravano per gli spalti questi tizi con il passamontagna, organizzati in gruppi di tre per riscuotere i contributi, versati peraltro facilmente, dai tifosi ucraini seduti a guardare la partita. Fanno parte del Battaglione Azov, una divisione paramilitare che combatte contro i ribelli filo-russi e che raccoglie fondi allo stadio per finanziare le forniture militari che servono per combattere contro la Russia.

Allo stadio, guardando una partita dell’Ucraina, queste cose sono divenute all’ordine del giorno e sarà così per tutte le cinque o sei partite interne che la nazionale giocherà a Kiev per provare a qualificarsi a Francia 2016. È tanto normale che anche chi non fa parte dei gruppi ultrà si adopera per finanziare le truppe. Fuori dallo stadio si possono trovare alcuni attempati signori che vendono le maglie con slogan di supporto alla nazionale e alle truppe; sono gli stessi che dentro lo stadio sventolano le bandiere rosse e nere dell’esercito ribelle ucraino, gruppo ultranazionalista attivo durante la seconda Guerra Mondiale.
Le bandiere rossonere, con quelle gialloblu, tutte a bande orizzontali, sono le uniche componenti delle coreografie che si possono vedere sugli spalti casalinghi ucraini. Il resto (striscioni, fumogeni) costa troppo e quelli sono soldi che la gente preferisce risparmiare e dare agli Azov.

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