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E come fai?

Come fai quando gli esponenti del partito che vorresti ti rappresentasse, quegli stessi esponenti che credi che saranno in grado di cambiare finalmente questo partito, fanno delle cose che non sarebbero di sinistra?
Prendiamo per esempio le privatizzazioni. Renzi a Firenze ha privatizzato dei servizi che in un posto non divorato dal capitalismo sarebbero stati felicemente pubblici. La tramvia è uno di questi. Nel mio immaginario di sinistra un servizio pubblico come quello dei trasporti dovrebbe essere gestito da un ente pubblico, garantire un servizio di trasporto efficiente e a un prezzo che tutti – davvero tutti – devono potersi permettere. La soluzione privatistica può essere accettata quando tale servizio diviene troppo esoso, preleva soldi di troppo al cittadino e allora qualcuno che ha a cuore la giusta fruibilità di un servizio necessario alla collettività quale è il trasporto pubblico decide che vuole fare concorrenza e ci prova, con l’intento di migliorare il servizio, il che significa di solito abbassare il prezzo e aumentare l’efficienza. Italo ne è una prova, almeno per quanto riguarda l’alta velocità. Quando il servizio pubblico comincia a diventare scadente, sarebbe opportuno cominciare a investirci un po’ di soldi e migliorarlo.
Ora, questo fenomeno – ossia l’insufficienza del servizio pubblico – comincia a diventare ahimé sempre più frequente, e così quei partiti che storicamente dovrebbero essere opposti all’idea di privatizzazione dei servizi pubblici, li svendono sistematicamente al miglior offerente, perdendo in pratica pezzi di città. La chiusura di Ponte Vecchio a Firenze appannaggio di di privati non è altro che una prova limpida di come siamo messi. Per riempire le casse comunali, il Sindaco affitta un ponte della sua città – uno dei più famosi al mondo – come un concessionario affitterebbe un’auto d’epoca per un matrimonio.
Diceva Bauman che un oggetto di culto è tale quando il suo senso, il suo significato, la sensazione data dalla sua forma rimangono immutati nel tempo. Un LP è un oggetto di culto; l’mp3 è la minaccia costante alla cultura dell’LP; l’mp3 non può essere un oggetto di culto semplicemente per il fatto che basta un tasto per cancellarlo. Ecco: nel 2013 ci sono molte, troppe cose che possono essere cancellate con un tasto, o il loro senso sminuire con un cospicuo bonifico.
L’affitto a 15.000 euro della Gallerie degli Uffizi per cenarci una sera è parte integrante dello scempio che stiamo vivendo, e che investe un’amministrazione di sinistra nel vendere pezzi di città come fosse una ditta che organizza catering.
Non è una critica all’amministrazione. È un semplice racconto dei fatti. Piaccia o no. Vendendo un pezzo di città, in fondo, tratti un simbolo di quella città come un souvenir a grandezza naturale. E fin quando è un oggetto, uno si tura il naso, lo storce, si rattrista nel vedere Ponte Vecchio messo sul mobile del ricco di turno e va avanti.
Quando a diventare soprammobili le persone, allora la cosa diventa più intollerabile.
Una maniera per esporre sulla bancarella le persone e il loro lavoro (immagine schiavista, ma tant’è) è sottoscrivere un contratto di nuova tipologia, dai più bislacchi e bistrattati a quattro euro l’ora, ai più altisonanti che individuano nelle consulenze l’oggetto del desiderio delle amministrazioni pubbliche. Figure professionali di alto profilo calcano così a tempo indeterminato corridoi e uffici comunali, provinciali e regionali semplicemente perché assumerli costerebbe di più, così l’ingaggio dura ventiquattro mesi e il souvenir viene messo in soffitta dopo due anni. “Bisogna sapersi vendere”, “leviamoci dalla testa il mito del posto fisso” ci hanno detto e ci ripetono. Qualcuno ha anche detto che in questo modo sei anche incentivato a fare meglio, così magari alla scadenza del contratto l’ente per cui lavori ti può riconfermare. Appunto: per non licenziarti ti dicono che devi lavorare a scadenza.
La situazione è insomma questa: un sistema che sta rendendo i poveri sempre più poveri costringe gli enti pubblici a vestire i panni di aziende private.Certo, arrivano soldi nelle casse comunali, ma pare che il beneficio vada a chi già ne detiene altri.

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