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Il Rotherham United FC

In Championship c’è una squadra quest’anno che è una conferma dell’equazione che vuole che lo stadio di proprietà sia equivalente a risultati eccellenti. La storia del Rotherham, almeno nell’ultimo decennio, ci dice che l’equazione è valida, e quanto meno affrontabile.

Dieci anni fa l’ultima apparizione in Championship, nello stadio di Millmoor, 8700 posti con una curva scoperta e lasciata a metà per problemi societari. La stagione è la 2004/2005 e finisce con i Millers all’ultimo posto, retrocessi con tre giornate d’anticipo. Ci sono tre milioni di sterline di debiti e di certo la copertura della curva, The Uncovered Stand, è l’ultimo dei pensieri della società.

In League One, ovvero il terzo livello del calcio inglese dopo Premier e Championship, c’è il preludio a un altro baratro: la stagione 2005/2006 finisce al 20° posto ed è da monito al campionato successivo, che vede il Rotherham arrivare di nuovo ultimo e retrocedere in League Two. È il biennio più nero della storia recente della squadra. Nel 2006 la vendita del terreno sul quale sorge il Millmoor non serve a ripianare i debiti con i creditori, e nemmeno la campagna “Save the Millers”, con l’obiettivo di raggiungere un milione di sterline, riesce a risanare la società. Addirittura i vicini e rivali dello Sheffield United partecipano alla colletta e si assumono la responsabilità di pagare lo stipendio a due giocatori che avevano girato in prestito proprio al Rotherham.
Nonostante l’apporto economico di una cordata di imprenditori locali, la società diventa insolvente ed è costretta a stipulare degli accordi con i creditori per ripianare i debiti, cosa che per il regolamento della Football League costa 10 punti in classifica. Il campionato 2006/2007 comincia a -10 e finisce con il penultimo posto. Nell’agosto 2006 in rosa ci sono solo sette professionisti. La League Two diventa amara realtà.

La stagione ’07/’08 vede i Millers sempre nelle posizioni per la promozione diretta, ma a metà marzo 2008 si ripresenta il problema dell’insolvenza a in classifica vengono dati altri dieci punti di penalizzazione. La cosa, accompagnata da un periodo di scarsa forma, porta la squadra a terminare il campionato al nono posto.
Il 6 agosto del 2008, tre giorni prima di cominciare il campionato, il Rotherham è di nuovo a rischio: l’insolvenza non è ancora estinta e la Football League minaccia il buon andamento della nuova stagione. Il Rotherham accetta una penalizzazione di 17 punti, proposta dalla Lega per poter giocare il campionato. In più, la disputa con i proprietari del terreno del Millmoor volge al peggio, e il Rotherham è costretto a lasciare il campo dove ha giocato per cent’anni, vendere il terreno dove i giocatori si allenano e allenarsi in affitto dai Doncaster Rovers. Ma giocare fuori dal territorio della città di Rotherham comporta una tassa di 750mila sterline, così la squadra torna a giocare a casa.
Sotto la nuova proprietà di Tony Stewart, la prima partita del campionato ’08/’09, al Don Valley Stadium finisce con una vittoria sul Lincoln City. Nonostante le difficoltà e i 17 punti di penalizzazione, il Rotherham arriva vicino ai play-off promozione, conquista gli ottavi di finale di Carling Cup e si toglie anche la soddisfazione di battere il Wolverhampton, il Southampton, lo Sheffield Wednesday nel derby, il Leicester e il Leeds.
La seconda stagione al Don Valley finisce al quinto posto in classifica, che significa accesso ai play-off promozione, culminati con l’accesso alla finale di Wembley dopo aver battuto l’Aldershot in semifinale. Ma in League One ci va il Dagenham & Redbrige, che vince 3-2 e festeggia la promozione.

La zona dove sorge il New York Stadium, poco a est del vecchio Millmoor. Limmagine di Google è antecedente al 2011.
La zona dove sorge il New York Stadium, poco a est del vecchio Millmoor. Limmagine di Google è antecedente al 2011.

Nell’estate del 2011 cominciano i lavori per la costruzione del nuovo stadio, nel centro di Rotherham, a pochi passi dal vecchio Millmoor. Google Maps non ha ancora aggiornato l’area e dove prima la Guest and Chrimes costruiva rubinetti, si vede ancora il terreno senza alcun cantiere.
Il nuovo stadio porta fortuna. La prima stagione al New York Stadium si apre con la vittoria contro il Barnsley in un’amichevole precampionato, e una vittoria arriva anche alla prima partita ufficiale nel nuovo impianto: 3-0 contro il Burt Albion all’esordio in campionato.

La stagione è buona in casa, ma sofferta in trasferta, dove il Rotherham non riesce a imporsi come sul proprio terreno. Tuttavia la squadra corregge il tiro fuori casa e proprio all’ultima trasferta di campionato il biglietto per la promozione diretta in League One è staccato per metà: 2-0 in casa del Bradford City con il dovere di conquistare un solo punto nella partita successiva contro l’Aldershot Town, in casa, nella nuova casa inaugurata solo otto mesi prima. Di punti ne arrivano tre: l’Aldershot è battuto 2-0 e quando Frecklington raddoppia nel recupero, oltre il 90′, i tifosi a bordo campo invadono il terreno di gioco, smentendo tutti i luoghi comuni sull’autocontrollo degli inglesi. La League One diventa realtà dopo sei anni di incertezze.

Doppio salto
Nessuno avrebbe scommesso su una nuova promozione, ma 16 partite utili consecutive fanno arrivare i Mugnai al 4° posto, dietro il Leyton Orient, il che significa play-off per la promozione. La strada verso la finale passa da Deepdale, quartiere di Preston, dove il Rotherham pareggia 1-1 nella semifinale d’andata contro il Preston North End, appunto. Il ritorno al New York parte male: al 16′ Gallagher porta il Preston NE in vantaggio con una punizione da 40 metri.
Sei minuti dopo c’è il pareggio. Stessa punizione, questa volta dalla parte opposta. Il biondissimo Pringle la mette in mezzo e Wes Thomas batte Rudd di testa. Al 34′ l’assist del 2-1 parte ancora dai piedi di Pringle, che dalla tre quarti trova questa volta la testa di Lee Frecklinton.
La certezza di andare a Wembley a giocarsi la promozione in Championship arriva al 64′, quando James manda in confusione il terzino e mette un rasoterra in area per Agard, che di piatto spedisce il pallone sul palo interno per il 3-1 finale.

Sabato 25 maggio 2014 a Wembley c’è l’opportunità di tornare in Championship dopo dieci anni di assenza. C’è di nuovo il Leyton Orient, che in campionato ha avuto una migliore differenza reti e per questo è arrivato terzo.
La partita si può riassumere in dieci minuti, cinque infernali e cinque paradisiaci. I cinque minuti infernali portano la firma di Odubajo e Cox, che sotterrano il Rotherham nel primo tempo proprio in trecento secondi. I cinque minuti paradisiaci arrivano nel secondo tempo, fra il 55′ e il 60′ e il dio Crono ha la maglia numero 9 e si chiama Alex Revell. Prima risolve in mischia per il 2-1, poi, a mezz’ora dalla fine, si inventa una cosa divina, fatta con uno stop di pancia quasi maldestro a centrocampo rimediato con un gol esagerato, di quelli che fanno scoppiare la curva, soprattutto se è il gol che completa la rimonta e porta ai rigori.
Revell sveste i panni divini e li dà ad Adam Collin, il nuovo portiere, preso dal Carlisle. Collin si fa infilare le prime tre volte e complice l’errore di Frecklington il Rotherham va di nuovo sotto. Ma è giorno di rimonte e allora Collin se ne ricorda, ferma il rigore di Baudry, poi aspetta che il compagno di squadra faccia il suo dovere per l’ultimo rigore del Rotherham e si piazza davanti a Dagnall, che tira leggermente decentrato alla destra. Collin indovina e si tuffa dalla parte giusta.

Dopo dieci anni, the chapter is complete.

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