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::Proviamo a riparlarne,

dopo la saturazione del maggio 2010, da quella notte nella quale fino alle 4 andavamo a far baldoria con la maglia attaccata alla pelle come se ce l’avessero tatuata, sembra che lo stimolo sia finito, che la voglia di fare sia svanita e sia stata sostituita da un appagamento che era inevitabile, sia da parte di molti dei giocatori che non avevano vinto tanto fino ad allora, sia da parte dei tifosi – così come della società – ormai abituati a tante ‘privazioni’ sportive. Ecco: da quella notte, niente è stato come prima, o tutto è tornato a essere come prima, come quando i giocatori non avevano voglia, come quando la società dava di matto, attingendo a fonti scellerate di dubbio valore calcistico, compiendo errori grossolani figli di una poca lucidità mentale. Da quella notte, impossibile da pareggiare, la pallina ha oltrepassato la vetta e ha preso la pendenza, riuscendo a stento a fermarsi, scendendo sempre più giù, incontrando qualche risalita, ma di norma andando a picco sempre più veloce, senza fermarsi. Fino a Gasperini. È qui che la pallina che rotola sta acquisendo dimensioni sempre più grandi, capaci di trascinare anche chi finora si era salvato da tutto e da tutti. È qui che il piano è diventato sempre più inclinato, e la velocità verso il basso è diventata vertiginosa. È qui che la pallina – diventata ormai un meteorite – incontra Ranieri, che come minimo deve essere capace almeno di riportare a zero la pendenza del piano.

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