Quest’anno no. Quest’anno non gufo, anche se ieri, dal 78′ del secondo della partita dell’Udinese, la prima in questo nuovo campionato, ho aspettato il 95′ guardando un punto fisso nel vuoto sperando che Francesco Repice non annunciasse qualcosa di diverso dalla vittoria degli ospitio in casa dei Campioni d’Italia.
Quest’anno no. Nemmeno quando ieri sera, mentre noi non trovavamo il verso per metterla dietro Sportiello, a una trentina di chilometri da dove ero seduto Alonso e Ilicic facevano capire – almeno a me – che puoi fare tutti i proclami del mondo e annunciare tutti i fuoriclasse del mondo, ma alla fine conta quello che hai in campo.
Quest’anno no. Quest’anno bisogna guardarne almeno il 50%, un girone intero,per rientrare nella logica e per non farsi superare da Guido, che a 14 anni sa tutto di tutto dell’Inter e ti spiega per filo e per segno e sembra che da un momento all’altro appaia in tv per parlare di calciomerrcato della sua squadra del cuore.
Quest’anno no. Quest’anno bisogna inquadrare meglio Miranda e Murillo, capire se Kondogbia ha margini, se Icardi e Palacio possono coesistere. Quegli altri mi interesseranno solo quando ci giocheremo contro.
Quest’anno bisogno riaffezionarsi alla squadra, anche perché va bene il Triplete, ma non esiste solo quello; c’è un campionato da scoprire, reimparare i numeri dei miei giocatori, riconoscerli dalle movenze, senza aspettare che me lo dica il telecronista.
Bisogna tornare a vedere le partite al circolo, con gli altri, a parlare di calcio con chi ne capisce più di me perché solo così posso imparare a capire come può giocare meglio quello piuttosto che questo.
Quest’anno no. Non si gufa. Mi tratterrò dal farlo, dallo scrivere su Facebook, su Twitter, sui gruppi su WhatsApp con juventini e milanisti. Ho perso troppo tempo a guardare quello che hanno fatto gli altri, sacrificando quello fatto dai miei (poco, peraltro, ché c’è stato poco da sacrificare).
Quest’anno no. Quest’anno arrivano tutti secondi.